Una foto, semplicemente una “foto”, non uno scatto veloce, affrettato o rassicurante come per il “digitale”, bensì qualcosa di tangibile, quasi materico, che fa pensare a quanta fatica e desiderio siano stati spesi per generare un’immagine tanto bella e significativa. Sì, un’immagine poi diventata manifesto emblematico nonché straordinaria celebrazione di un evento irripetibile. Appassionati, conoscitori, esperti di jazz hanno saputo interiorizzarla, metabolizzarla da quel fatidico giorno di una lontana e calda estate. Era il 12 agosto del 1958.
“Harlem 1958” è l’icona del jazz, il giorno per eccellenza del jazz. Lo è anche per chi come me, un po’ di anni dopo quello scatto (ne avevo esattamente diciotto, ricordo), apriva lo sguardo attento e pieno di meraviglia su quel mondo. Desideravo ardentemente conoscere e/o riconoscere in quella foto proprio i volti dei grandi maestri, la sublime musica dei quali, negli anni seguenti, ho avuto la fortuna di scoprire, approfondire e soprattutto apprezzare. ...
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Una foto, semplicemente una “foto”, non uno scatto veloce, affrettato o rassicurante come per il “digitale”, bensì qualcosa di tangibile, quasi materico, che fa pensare a quanta fatica e desiderio siano stati spesi per generare un’immagine tanto bella e significativa. Sì, un’immagine poi diventata manifesto emblematico nonché straordinaria celebrazione di un evento irripetibile. Appassionati, conoscitori, esperti di jazz hanno saputo interiorizzarla, metabolizzarla da quel fatidico giorno di una lontana e calda estate. Era il 12 agosto del 1958.
“Harlem 1958” è l’icona del jazz, il giorno per eccellenza del jazz. Lo è anche per chi come me, un po’ di anni dopo quello scatto (ne avevo esattamente diciotto, ricordo), apriva lo sguardo attento e pieno di meraviglia su quel mondo. Desideravo ardentemente conoscere e/o riconoscere in quella foto proprio i volti dei grandi maestri, la sublime musica dei quali, negli anni seguenti, ho avuto la fortuna di scoprire, approfondire e soprattutto apprezzare.
Quella per me davvero epifanica iniziazione ebbe luogo a Lucca, nella casa di un caro amico, il sensibile ed intenditore Rudy Rabassini, mentre curiosavo tra gli innumerevoli ritratti di jazzisti che adornavano le pareti del suo studio, personaggi che lui aveva conosciuto personalmente e dei quali soleva raccontare aneddoti ed episodi inediti. Ebbene, a me che ero estasiato ad ammirare la sterminata raccolta di Lp, riviste jazz, libri, lettere e documenti vari, Rudy mostrò l’immagine realizzata da Art Kane (credo fosse la rivista Esquire). Ne fui subito colpito: uno scatto, sicuramente preceduto da tanti altri fatti quel giorno, e il fuoriclasse Art Kane sa animare quel gruppo di musicisti, non propriamente in posa, alquanto indisciplinati, incuranti dell’obiettivo della macchina. C’è chi guarda altrove, chi chiacchiera, chi addirittura fa le linguacce come Dizzy. Intuii subito quale caparbia volontà ci fosse da parte dell’autore e con quanta efficacia egli si fosse adoperato a testimoniare il jazz di quegli anni e la sua gloriosa storia.
L’operazione editoriale voluta dal figlio di Art, Jonathan Kane, e concretizzata di fatto dal grande fotografo italiano Guido Harari per la Wall Of Sound Gallery, restituisce con vigore il memorabile evento di quel giorno a Harlem dopo 60 anni.
Gli scatti (tutti i frame appaiono nell’edizione) di Kane ci fanno vivere il pathos, le gioie dei quei leoni del jazz, così come le ansie e l’imbarazzo dei più giovani. Sono scatti felici, amabili, c’è aria di festa; si avverte anche quella frenetica routine della città in cui carri e auto alacremente sfrecciano tra la 17th e 126th Street, tra la 5th e la Madison Avenue, davanti al grande gruppo sulle scale di quella casa in pietra marrone “brownstone” tipica di Harlem, insieme a quei vivacissimi bambini ritratti dall’ormai rassegnato Kane ad eternarli ai piedi della composizione.
C’è gioia sui volti dei musicisti, molti di loro sorridono. Si colgono le espressioni più goffe e quelle simpatiche, ma si avverte nei loro sguardi pure la volontà di riscattarsi da un periodo difficile, buio e fortemente discriminante, quello di un’America contro i “negri”, di un’America che esercitava un paralizzante controllo su quasi tutto il mondo moderno di allora, tanto per sintetizzare le parole di LeRoi Jones, estratte da uno dei suoi testi più interessanti “Sempre più nero” del 1961.
Liberi, forse un po’ stanchi per aver suonato di notte fino all’alba, stremati da quella routine alla quale si erano sottoposti, eccoli i musicisti pian piano presentarsi al mattino per quell’evento che li vede tutti insieme e non solo per quella foto. Un incontro speciale in cui i giovani musicisti (le nuove leve che daranno origine a una nuova musica) verranno immortalati accanto a Dizzy Gillespie, Art Blakey, a un elegante Thelonius Monk, al padre del sax tenore Coleman Hawkins che campeggia al centro della foto, e ad altri assi del calibro di Lester Young, Charles Mingus, Gerry Mulligan, Count Basie.
Un libro davvero prezioso per questi 58 giganti del jazz. Non rimane che ringraziare gli autori Guido Harari, Jonathan Kane e Nick The Nightfly che, il 17 gennaio al Blue Note Milano, attraverso le immagini, le parole e la musica, hanno raccontato questo grande giorno. A far da cornice il meraviglioso sound del bravo Danilo Rea.
Segnalo, per chi fosse interessato ed eventualmente volesse approfondire, che per la rassegna Jazz a Bollate 23^ EDIZIONE DI CONOSCERE IL JAZZ edizione 2019, consolidata realtà nel panorama del jazz italiano, che sa stupirci per le programmazioni sempre ricche di novità, domenica 31 marzo 2019 ore 11 per gli eventi collaterali ai concerti, incontri con gli autori si potrà ascoltare, nella bella Sala Rossa di Villa Arconati, oltre alla presentazione del libro di Jacky Marti “Il colore degli Incontri - Piccole storie di grandi personaggi”, il grande fotografo Guido Harari, che assieme a Jonathan Kane ne ha curato e prodotta l’edizione per la sua Wall of Sound Edition
ART KANE HARLEM 1958 60th ANNIVERSARY
EDITION INTRODUCTION BY
JONATHAN KANE
FOREWORDS BY
QUINCY JONES AND BENNY GOLSON
Design e Art Direction
Guido Harari
Anna Fossato
168 pp, 20 x 29,5 cm, copertina cartonata.
EDIZIONE TRADE: 45 Euro
EDIZIONE DELUXE: 350 Euro solo 200 copie firmate da Quincy Jones, Benny Golson e Jonathan Kane,
con un’esclusiva stampa fine art firmata/numerata da Jonathan Kane in formato 18 x 24 cm più poster commemorativo.
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